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      Era caso deplorabile, ma vero. Per buone, per savie e moderate che apparissero le disposizioni amministrative del Consalvi, appunto perchč provenivano da lui, sempre incontravano ostacoli insuperabili nella pervicacia e mala volontą dei preti che dovevano, o per mezzo loro o per mezzo d'altri, mandarle ad effetto. I preti della ristorazione pontificia, come i nobili della ristorazione piemontese, erano tornati in patria senza avere dall'esiglio di quindici anni nulla imparato del presente, o nulla dimenticato del passato: superbi e ignoranti, a chiunque parlasse loro degli avvenimenti scorsi, affermavano col principe sabaudo (e fermamente il credevano) di avere in tutto quel tempo dormito.
      I preti in Roma possono paragonarsi al Giove Olimpico della veneranda antichitą greca, che lasciava agli Dei minori la cura di governare le miserie di questo basso mondo, ed egli ne muoveva o disordinava la meravigliosa struttura col solo girare delle sopracciglia. Essi seggono in alta, sempre alle prime cariche dello Stato, ricevono senza scomporsi i primi onori, i primi inchini, i primi ossequii dei minori mortali; stanno immobili alla direzione di tutta la macchina amministrativa; comandano nella capitale e nelle province coll'abbassare ordini per l'andamento dei pubblici affari; comandano fuori col rappresentare nelle ambascerie, ed in generale nelle pił pił importanti funzioni della diplomazia, la santitą ed infallibilitą dell'uguale di Dio in terra, col promuovere operosissimamente gl'interessi e le mire della curia romana.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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