In terzo luogo (e questa č cagione non meno dell'altre potente), la mano dell'Austria pesava per tutto in Italia; l'Austria era lo spettro minaccioso che stava sempre dinanzi ai governanti italiani, e prevalevano i suoi consigli, non pure nei gabinetti di Napoli, di Roma e di Firenze, ma in quello della stessa Torino; tanto nelle deliberazioni dei ministri, quanto nell'animo servile dei principi. Ora l'Austria veniva a poco a poco subodorando le agitazioni che si preparavano in Germania, e voleva rivolgere tutta la sua attenzione da questo lato, nč amava essere distolta da altri pensieri di non minor momento per lei: volea perciņ essere sicura dell'Italia; e parte con le suggestioni, parte coi timori a bella posta ingrossati, parte infine con l'apparato della sua forza, teneva continuamente in rispetto i principi italiani. Quindi le vere origini di desiderii troppo spesso contraddetti dai fatti, e di fatti a cui si oppongono i desideri; quindi ancora molte opere di governo annunziate in Roma e subito smesse, o principiate, e poi lasciate a mezzo.
Le riforme amministrative volute da Pio VII, e iniziate dal suo principale ministro cardinale Consalvi, in parte si condussero l'anno 1814, epoca della prima ristorazione pontificia; in parte, interrotte pel ritorno di Napoleone in Francia dall'Elba, per l'invasione dei Napolitani alla guerra dell'independenza in Italia, e per la fuga di Pio da Roma che ne fu la immediata conseguenza, ebbero il finale compimento loro dopo il secondo ritorno del pontefice ne' suoi Stati.
| |
Austria Italia Austria Napoli Roma Firenze Torino Austria Germania Italia Roma Pio VII Consalvi Napoleone Francia Elba Napolitani Italia Pio Roma Stati
|