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      Diceva ancora il motu-proprio, che si procederebbe in un'epoca più riposata a nuovi ordinamenti intorno alla polizia ed a regolamenti più stabili sopra gli studii; venivasi intanto ordinando il corpo dei carabinieri pontificii, in cui si ammettevano quasi tutti i rimpatriati dalle guerre di Napoleone, ed a questo corpo affidavano i governanti romani la polizia delle città, dei villaggi e delle pubbliche strade. È poi una regola generale per tutti gli Stati, che le savie leggi richieggono abili esecutori, e saranno sempre infelici quelle nazioni che hanno buoni principi o buoni ministri, e tardi, incapaci o svogliati esecutori dei loro voleri. Non amavano, a cagione di esempio, Pio VII e il suo ministro Consalvi, che nelle materie politiche si usassero soverchi rigori contra gli accusati, ed anzi mitissimamente si procedesse contra coloro che si sospettavano intinti nella pece del carbonarismo. Murat, quando incontrò l'anno 1814 a Bologna il papa che tornava di Francia, dopo di avergli rappresentati i pericoli ai quali si vedevano esposti i principi in Italia per l'opera assidua e segreta dei carbonari, lo esortò a ripruovare questi nuovi settari con una bolla di scomunica. Rispose allora Pio al re, che a tale bisogna aveano già prima provveduto le bolle de' suoi predecessori. Ma giunto in Roma, o che veramente il papa prendesse timore all'ingrandimento della setta dei carbonari, il cui numero per la vicinità degli Abbruzzi ogni giorno s'accresceva negli Stati romani, o che, come si disse, cedesse questa volta a più pressanti istanze fattegli in proposito da altri principi italiani e stranieri, comparve un editto del Pacca pro-segretario di Stato, con cui si colpivano indistintamente di scomunica quanti appartenevano, oppure in avvenire si facessero scrivere nelle società segrete, specialmente dei liberi-muratori e carbonari(40). Con tutto, ciò alle affiliazioni carboniche in Italia non si scopersero ostili per sistema nè il papa nè il cardinale Consalvi, massime dopo che, male inclinati l'uno e l'altro verso l'Austria per la occupazione di Ferrara e Comacchio, speravano di vedere un giorno la nuova setta riscattare l'Italia dalla soggezione tedesca.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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