Oltre a ciò, questi e simili altri assegnamenti essersi sparsi profusamente al tempo della usurpazione francese in Italia e fuori di lei; nel che anzi trovasi pienamente d'accordo il sapiente congresso, che lo aveva più volte affermato ai ministri delle corti italiane: dal che derivava, che sarebbe ingiustizia manifesta e solenne lo spogliare ora il santo Padre di quello che nè egli medesimo, senza incorrere il biasimo e la condannazione de' suoi successori, può convertire in utile proprio o in altri trasferire. Finalmente, per non disturbare la tranquillità generale che stava a quel tempo per accordarsi in Europa, fu convenuto, che il principe riterrebbe quelle terre a titolo di feudo; gliene consentirebbe il papa la investitura a patto che pagasse una volta tanto un laudemio di cento e sessanta mila scudi romani, più un'annua somma di quattro mila scudi, che sono circa 22 mila delle nostre lire; avesse la camera pontificia la facoltà di redimere i beni sopradetti entro un dato termine.
Frattanto da Roma e da tutte le parti della penisola si facevano continue instanze a Parigi per la restituzione dei monumenti d'arte greci, latini e italiani. Levaronsi incontanente in tutta la Francia alte e lamentevoli grida contra la restituzione di quei capolavori della pittura e della scultura, dimandata ora con tanta insistenza dalle varie corti d'Italia, ed alla quale ripugnava per contrarie ragioni la generalità dei Francesi, Più volte ne' tempi andati erano discesi a guerreggiare nelle nostre contrade Francesi, Spagnuoli, Svizzeri e Alemanni, e più volte gli uni o gli altri, o tutti insieme questi estranei invasori, avevano devastate le nostre campagne, taglieggiate le città, danneggiati in ogni peggior modo gli abitatori: avevano però sempre portato rispetto alle produzioni dell'ingegno ed ai santuari che ricoveravano il genio dell'arti.
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