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      Adunque, altamente sclamavano questi oppositori, i quali miravano altresė ad acquistar grazia nell'amore e nella inclinazione dei popoli, adunque si direbbe che l'opera di un sol giorno e di un uomo solo abbia distrutto in fondo quello che gli sforzi di molti anni, e le vigilie di molti uomini dottissimi in sacre e profane lettere, hanno contribuito a fondare? Adunque a questo solo alla fine si ridurrebbero le vittorie di tanti eserciti combinati, che la tirannide imperiale della rivoluzione s'abbattesse, e la tirannide pontificia del medio evo si ristaurasse? Pensasse il re, pensassero i ministri suoi, quali e quante conseguenze possano risultare da questa prima concessione fatta alla superbia del Vaticano, e quanto pericolosa cosa sia l'andarsi aggirando da una parte e dall'altra in ragionamenti sottili e speciosi per pruovare l'utilitā o il danno della proposta negoziazione; contenersi in questi negoziati le solite astuzie di Roma, la quale da principio s'insinua scaltramente coi concordati per poi dominare coi pretesi diritti; nemmeno doversi troppo sottilizzare, come si fa, sulle cause che sollevarono in Francia la furiosa tempesta dell'89, perchč se furono a quell'epoca i popoli scapestrati, nč anco gli ecclesiastici furono santi, e gli effetti che seguitarono contrarii alle giurisdizioni religiose doversi pių ai secondi imputare, che ai primi. Non negare loro, continuavano a dire, la Francia essere ricca e fertile regione, ubertosi i suoi campi, promettente l'industria de' suoi abitatori; ma somme esorbitanti essersi da tre anni pagate per istraordinarie contribuzioni di guerra allo straniero; altre non meno grandi averne assorbite lo stanziare dei soldati confederati nelle piazze forti del regno, ed in tanta profusione di gravezze, in tanto bisogno di pecunia, in tanta strettezza di tempi, in tanta voragine di esigenze europee, non convenirsi crescere i pesi al popolo per dare maggiori comodi al clero; lui essere solito godersi i benefizii senza partecipare ai carichi; dovere in affari di sė gran momento sempre sul bene illusorio dei meno prevalere il bene vero e reale dei pių.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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