In breve, le Marche e le Legazioni, da Ferrara a Rieti, ebbero società segrete con gran numero di seguaci, e aderenze d'uomini d'ogni età e condizione, nemici ai governi nuovi, cresciuti nel desiderio di giovare alla patria con generose ed importanti operazioni. Si componevano in principio tali società di liberi-muratori, rimasti in Italia anche dopo la caduta dell'impero francese, e di carbonari, venuti dalle terre di Napoli con gli eserciti due volte invasori di Murat: poi, per l'opera di alcuni settari discordanti oppure sospetti ai compagni, si fecero riforme e si moltiplicarono le società, che si dissero dei guelfi, dei fratelli seguaci, dei protettori repubblicani, degli adelfi e socii della spilla nera; istituzioni solamente diverse nei nomi, ma rivolte al medesimo fine cui mirava fin d'allora la parte più eletta degli Italiani, fondare cioè la libertà e independenza d'Italia, e indirizzare dipoi tutti gli sforzi a conseguire l'unità. Un consiglio centrale guelfo s'era istituito in Bologna, ed un'alta vendita carbonica in Ancona più prossima agli Abbruzzi; l'uno e l'altra molto operose a preparare in silenzio una levata d'armi avverse al governo pontificio; ma più la riunione di Ancona poco discosta dalla frontiera di Napoli, perchè i carbonari erano numerosi e potenti nel regno, e le mosse delle Marche dovevano dipendere o associarsi a quelle degli Abbruzzi. La carboneria cresciuta in due anni di numero e di ardire, incominciò l'anno 1816 ad inspirare serii timori al governo del papa; il quale volendo di quei giorni riunire una forza armata di venticinque migliaia di soldati per negoziare, dicevasi, coi potentati esterni, e costringere l'Austria a sgomberare Ferrara, subito i settari delle Romagne si misero in moto per afforzarsi di molti compagni e seguaci nei varii corpi della milizia romana.
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