Erano tali bande un terribile flagello, o sia che corressero il paese a mano armata, o sia che intercettassero le libere comunicazioni fra l'una e l'altra provincia, o sia che si opponessero con la forza all'azione delle autorità e del governo. Avevano poi messi confidenti in Napoli e in Roma, i quali s'informavano ed ai capi riferivano i nomi, gl'indizii, e perfino l'ora fissata alla partenza di qualche facoltoso personaggio del paese o forestiero; così che, viaggiando egli alla spensierata, ed assalito sull'imbrunire, e talvolta anche in pieno meriggio in sentieri stretti, tortuosi e celati al guardo comune degli uomini, si vedeva spogliato di quanto seco portava in denaro o altri oggetti più cari e preziosi. Non di rado ancora accadeva, che i malandrini conducendo i viaggiatori in luoghi montuosi, poco conosciuti, e pochissimo frequentati dal resto degli abitatori, si facevano dare lettere di cambio sopra banchieri ricchissimi di Roma e di Napoli, e le persone loro e le medesime loro famiglie tenevano intanto guardate sotto buona custodia, infino a tanto che non sapessero accettate ed obbedite le cambiali. Le terre specialmente fra Velletri e Terracina, fra Terracina e Gaeta mal sicure ai viandanti, e la città di Sonnino negli Stati pontificii ricetto principale a quella gente scelerata.
Sollevandosi da tutte le parti grida di altissimo sdegno per le commesse o temute ribalderie, perchè niuno oramai si credeva sicuro sulla strada da Roma alle paludi Pontine, comandava il pontefice che si distruggesse dalle fondamenta quel nido da tutti esecrato di ladroni e d'infamia; prometteva al tempo stesso di scemare ogni anno i pubblici pesi ai Comuni che avessero dissipata una banda di malfattori, e grossi compensi in denaro a chi consegnasse alle autorità della provincia vivo o morto il suo capo.
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