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      Richiedeva questo comando così risoluto, che con eguale risolutezza il facessero i ministri pontificii eseguire. Ma non sì tosto si sparse fra le popolazioni atterrite la certa fama della sorte riserbata dal papa a Sonnino, che accorsero in gran fretta a Roma donne, vecchi e fanciulli, chi col pianto sul ciglio e con voci lamentose, chi col mostrare la miseria che sovrastava alle famiglie, chi con atti supplichevoli e coi segni tutti del dolore, della mesta vecchiezza e della infermità. Pregavano ad una voce al principe benevolo ed ai ministri, che non togliessero loro quell'unico ricovero di rimembranze, di affetti, di patimenti e di vita; fossero contenti che dove, nascendo, avevan veduto la prima luce del giorno, là pure, morendo, l'estrema vedessero; rivocassero commossi il severo comando; concedessero il perdono agl'imploranti, e mostrassesi sopra tutti il generoso pontefice padre dolce ed amoroso verso i suoi figliuoli addolorati e pentiti. A preghiere tanto insistenti, a spettacolo tanto miserando, non resistettero Pio e i ministri, e subito ordinarono altro mezzo: Seguitassero i supplicanti ad abitare la infesta terra, purchè in avvenire insinuassero ai mariti, ai figli, ai fratelli di vivere secondo il buon costume, e colle esortazioni loro giovassero insieme alla sicurezza dei viandanti ed alla quiete pubblica. Riuscirono però a nulla i risultamenti sperati dall'universale dei Romani per le adottate misure, ed altro vantaggio infine non riportò il governo pontificale dalle fatte concessioni, che il sentimento della mostrata debolezza, e la certezza di apparir vinto in astuzia perfino dai grassatori.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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