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      Ma anche questa volta il papa risanò; il timore di vedere la signoria di casa d'Austria allargarsi in Italia svanì; fuggì da Roma il governatore della città monsignor Pacca, ambizioso, scostumato, dissipatore del denaro pubblico, infedele al suo signore, complice interessato del gabinetto austriaco; e delle vere o supposte trame, e delle sparse voci rimasero soltanto la memoria, la maraviglia, e i giudizii diversi di chi diversamente parteggiava.
      Riferirò altri fatti degni di ricordanza spettanti all'Italia, e da me tralasciati frammezzo a contemporanei avvenimenti, sì per non dipartirmi dalla incominciata narrazione delle cose napolitane e romane, si ancora perchè non si scosta un tal modo dal metodo storico finora seguito, e, come l'ho già prima notato, io non scrivo annali, ma storie.
      Le nazioni antiche e moderne che con la possanza degli eserciti tanti imperii abbattevano ed altri tornavano in vita o novellamente creavano, non mai s'indussero a stringere fra loro una lega contra le reggenze barbaresche, che santa veramente sarebbesi potuta chiamare. Non di rado anzi le discordia o il posare dei principi cristiani fecero quelle reggenze più audaci alle depredazioni; e le navi africane uscendo allora dai lor sicuri nidi, ed in essi poi subito riparando, infestavano i mari vicini, intraprendevano il commercio, arditamente sfidavano i potentati maggiori. Carlo quinto imperatore, con le genti tanto bellicose della Germania ai suoi ordini, col numeroso navilio di Spagna pronto a far impeto dove e quando egli volesse, con la comodità dei porti di Barcellona, di Napoli e della Sicilia, minacciò spesso senza frutto quelle barbariche regioni: distolto d'altronde dalle continue guerre ch'ebbe a sopportare coi principi dissidenti d'Alemagna e con Francesco primo di Francia, amò meglio combattere i vicini per la tranquillità interna del suo imperio e per la conservazione delle sue possessioni d'Italia, che arrischiarsi in una impresa lontana e piena di accidenti fortuiti.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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