Il congresso di Vienna, tuttochè attendesse nelle sue adunanze a regolare la successione delle dinastie, ed avvisasse ai mezzi d'impedire che si rinnovassero le occasioni di sommosse in Europa, meno alcune esortazioni spedite alle corti amiche, trascurò di mettere un termine alla pirateria delle reggenze, massime di quella d'Algeri, perchè colà i principi confederati non sospettavano rivoluzioni capaci di minacciare la stabilità dei troni: quindi Tripoli, Tunisi, Algeri nido di gente infame, e le tripoline, tunisine ed algerine coste infami per insidie, per ruberie, per morti dolorose. Nè solamente sopra le terre africane si praticavano simili atti di crudeltà; perchè i pirati più d'una volta sfidando i venti e le tempeste, traversavano i nostri confini, ed andavano a turbare la navigazione fin oltre lo stretto di Gibilterra. Restavano i mari chiusi o mal sicuri ai traffichi. S'aggiunse ultimamente, che una banda di Tunisini essendo sbarcati nelle isole circostanti alla Sardegna, subito si sparsero i barbari a saccheggiare le campagne e le abitazioni, e sorpresi molti tra uomini, donne e fanciulli che stavano pacificamente attendendo ai giornalieri lavori della terra, se ne tornarono in fretta alle navi carichi di bottino e dischiavi. Furono mosse a grandissima concitazione le popolazioni delle città marittime italiane, perchè più dell'altre esposte a vedere rinnovarsi simili sfrenatezze, e sazie di sentire ad ogni ora parlare dell'arditezza e della felice riuscita dei Barbareschi, delle ruberie tollerate, del commercio interrotto, delle correrie in diversi punti e sempre con grandissima audacia ripetute.
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