Querelavasi Napoli, che le sue navi non potessero rientrare liberamente nč anco a breve distanza ne' proprii suoi porti della Calabria e della Sicilia; il papa, che i suoi marinai non ardissero allontanarsi dalle coste per timore di essere presi e condotti schiavi; la Toscana faceva le medesime lagnanze; Genova vedeva andar a male i suoi traffichi cosė fiorenti col Levante e il Mar Nero: sclamava tuttaquanta l'Italia, essere oggimai tempo che si frenasse tanta insolenza sul mare, che s'impedissero tanti ladronecci, che si facesse rispettare la bandiera di tante nazioni, e che per purgare il Mediterraneo da una calamitā che ad ogni momento metteva in compromesso l'esistenza di tante famiglie onorate e di tanti interessi affezionati, bisognava, mandando in dimenticanza le decisioni ordinarie ed inutili, ricorrere a mezzi tali, che andassero a toccare alla radice stessa del male. Dal canto loro, i ministri inglesi e gli oratori delle due Camere del parlamento di Londra, favellando di questa materia nelle particolari consulte dello Stato e nelle pubbliche adunanze dei Comuni, affermavano, che non solo da tutti si conoscevano vere le ingiurie e i danni cagionati dalle reggenze al commercio europeo, ma crescere anzi ogni dė pių le cause delle espresse lamentazioni. I pių animosi poi esortavano, perchč si desse infine libero sfogo a rimedii straordinarii, e quali appunto li esigevano dalla generosa e potente Inghilterra circostanze al tutto straordinarie. In tal modo si concertarono nel parlamento inglese le prime misure da prendersi contro la pirateria barbaresca.
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