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      Voi con accortezza somma avvertito avete la diversità che passa tra cagione meccanica e cagione fisica: con sano criterio ci avete prevenuti che ignoriamo il modo con cui questa operi: e quando, parlando dell'occulta, diceste che tutto sia legato ad una fisica causa, credo che intendeste dire nulla piú nulla meno di quello ci additaste parlando della cagione fisica della jettatura patente. Può darsi, che io qui travedessi all'intutto, e perciò sviluppiamone l'idea per esser certi del risultato.
      Io non intendo per cagione se non quello che immediatamente produce l'effetto, e che non ha bisogno di altro per menarlo all'esistenza. Se voi sarete meco d'accordo, ambo ignoreremo la cagione non meno dell'occulta, che della patente jettatura. Sarà allora una modificazione da non determinarsi giammai. Se poi per cagione intendiate ciò che ha la possibilità di produrlo, come pare che inteso avete, si riduce allora a principio. Come tale sarà nota e l'una e l'altra cagione. Alla veduta de' jettatori si disturba l'economia animale, si perverte la fantasia, si disordinano le nostre azioni: alla medesima veduta si perverte l'ordine alle carte, s'invizziscono le piú liete speranze, ci piombano sul capo i piú formidabili disastri. Chiamate quella jettatura proveniente da cognita cagione, che opera in un certo non conosciuto modo; questa occulta, cioè da cagione non nota, ed in una ignota maniera operante. Di grazia, quale ne sarà la differenza? I principi di ambedue noti sono abbastanza, il modo o non si conosce, o può legittimamente confondere.


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Capricci sulla jettatura
di Gian Leonardo Marugi
pagine 79