Ninfe, guardateviDa questa peste.(37)
PROSA TERZA
ESISTENZA DELLA JETTATURA MORALE.
PRINCIPI ED EFFETTI
Questo sí, che mi fa voltolare il cervello come un molino! Dunque la jettatura ha da colpire la volontà degli uomini, ha da sistemare le azioni umane, ha da dirigere in siffatta maniera gli accidenti, che qualche discapito arrecar debbano agli affascinati? Per Bacco, che se una infinità di fatti irrefragabili non me la dimostrasero piú certa de' baffi de' musulmani, io mi dichiarerei all'opposto, stando piú duro degli ebrei medesimi. Voi, mio signor D. Nicola, l'avete sperimentata tale, ne avete scritto, ne siete persuaso; io, benché fui sin'ora eretico, come dissi, mi dichiaro convinto, pentito all'in tutto, e fedele seguace di chi scrisse que' libracci comperati da Gellio ne' Brundusini lidi, piú che non sono i domenicani di Aristotile. Credo, e fermamente credo, che siavi una forza insita negli uomini di agire a vicenda e regolare le azioni loro, non meno che regolati vengono i moti de' pianeti della gravità che conservano. E chi sa che i tanti inviluppi alla giornata insorti a mio danno, provenienti tutti o dall'altrui volontà, o dalla mia non risoluta, e se risoluta non eseguita, principio non prendano da tremendi jettatori, che co' malefici influssi o fanno me travedere, ovvero, operando, gli altri a danno mio dispongano?
Temo, e forte io temo, che una stregaccia informe, la quale per disgrazia mia sta ritta sempre come un fuso rimpetto la mia loggia, me la stesse in tutte l'ore a jettare.
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Bacco Nicola Gellio Brundusini Aristotile
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