(43)
Il cervello è cosí fatto:
Può que' tubi assomigliar,
Come accendons'in un trattoSe si vanno ad accostar.(44)
Può cosí per forza ignotaSu dell'alto fare azion:
Basta sol che si percuota,
S'elettrizzi a perfezion.
Questo fa l'invidia rea,
Questo fa lo rio furorQuand'accendesi l'idea,
Il cervello è tutto ardor.(45)
In un'attimo si parteDal suo centro quel non so;(46)
Da per tutto si disparte,
E frenar piú non si può.(47)
Son le voci, son i gesti,
Sono i sguardi del voler(48)
Tanti mezzi, tanti appresti,
Che lo guidan a piacer.(49)
Se mai vanno ad un diretti,
Per l'analoga virtú
Lí scompongono gli affettiE li tiran tutti su.(50)
Ecco là, che quel potenteNon si sente piú tirar
A quel placido sapiente,
Che la corte li sta a far.
Il malvagio jettatoreGli ha attaccato il suo desir,
Fa co' sguardi di furore(51)
Le speranze inaridir.
Ma la cosa sorprendenteVeramente sai qual'è?
Si rivolta il pazienteColla mente contro sé.(52)
Il meschino piú che maiSi vorrebbe annichilar;
Si figura che sol guaiEi si venga a meritar.
Ah, l'effetto è di quel guardoChe lo svolse e l'investí:
Assai piú ch'acuto dardoNel cervello lo colpí:(53)
Questi effetti, mi figuro,
Nelli tempi di Mosè
Provenienti da scongiuroSi credèro forse, affé.
Sono tutti naturaliPer i baffi del Muftí,
Gli producon que' cotaliChe la jettan tutto il dí.
PROSA QUARTA
POTERE DELLA JETTATURA SU I VENTI, LE TEMPESTE,
I FULMINI E LA GRAGNOLA
Vedete quanto mi son dichiarato del vostro partito. Credo alla jettatura, sostengo che tenga un assoluto potere sui i moti dell'animo, ed intendo di piú provare, con una filza di sillogismi in barbara, che possa dominare fino sopra gli elementi.
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Mosè Muftí
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