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      Lo potrete credere? Tutto cangiò d'aspetto. Si annuvola il tempo, cadono a dismisura le piogge, si gonfia il fiume che si doveva traghettare, siamo costretti prender la guida e passare per il ponte di Ascoli: si scatenano i venti, ci rompono il cristallo del carrozzino, comincia a nevigare, e la neve ci accompagna sino ad Ariano. Quivi poi... basta; fu tale la forza della jettatura, che per poco io non vi rimasi estinto ed il mio compagno accagionato per sempre. Non parlo poscia dell'accadutomi in altre occorrenze; ogni qual volta per qualche interessante affare mi è convenuto portarmi a Caserta, ho veduto sempre il tempo della morte di Giulio Cesare. Ed ho detto col Lirico Poeta:
     
      Già pur assai di geloE grandine spietata
      Giove qua giú precipitò dal Cielo.
      E con destra infocataI templi co' suoi fulmini abbattendo,
      Pose all'alma Città spavento orrendo.
      Pose in terror la gente,
      Che le gravose etatiNon tornasser di Pirra egra e dolente
      Pe' mostri inusitati,
      Quando prese a guidar Proteo guizzanteSu gli alti monti il gregge suo natante.
     
      Or chi sarà capace di persuadermi il contrario? Io per me sosterrò sempre, piú che i tomisti non fanno delle forme sostanziali, che la jettatura abbia potere fin'anche sugli elementi, né mi smarrisco in provarlo.
     
      Ma mentre mi trattengo a cicalare,
      Lettor, di grazia, aprite le finestre,
      Che m'è venuta voglia di volare.
     
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      CAPRICCIO IV
     
      O somma Dea dell'etere,
      Leggiadro amor di Giove,
      Per cui le piogge cadono,
      L'aer si turba e move;
     
      Tu ch'a' tuoi piedi accendereVedi gli a noi funesti


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Capricci sulla jettatura
di Gian Leonardo Marugi
pagine 79

   





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