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      Aggiungete, gentilissimo amico, ai vostri bei progetti quest'altro. Veggo Polipio piú che Panfilio e Cervicone, traviato, disturbato, infettato, in una parola affascinato. Non mi sento punto inclinato a credere, che maggior numero di jettatori per accidente li stieno sempre a dar di fronte. Sono nemicissimo del caso: starei per strappar la barba a Democrito, Epicuro, Lucrezio, ed a quanti dello sporcissimo gregge vogliono farlo autore dell'universo. Sono pazzi, e pazzi daddovero, coloro che cosí la discorrono. Non meno pazzi però saressimo noi se volessimo framischiarci col caso, e dire qui che un accidente, una combinazione, un caso faccia risguardare uno piú che un altro dai malefici.
      Voi da filosofo qual siete pensaste che tutto legato sia ad una cagione; né vi sarà, cred'io persona di sana mente che vel possa negare. La jettatura che voi chiamaste patente, ed io fisica, può molto bene, piú che in una, in un'altra persona attaccarsi, e produrre sensibili effetti per l'antipatia delle parti, come voi avvertiste, o per la disposizione che incontra, come io accennai. Ma quella che ha dell'occulto, del sottile, del morale, per quale particolar cagione dovrà dirigersi sempre verso certi individui, che colle di loro azioni le vanno all'incontro? Ed ecco il progetto che a voi propongo. Siamo certi che accada ciò nell'ordine delle cose; questi, che mena una vita scioperata ed in braccio alla deboscia, si vede acclamato, esaltato, distinto, quegli, che vive circospetto e moderato, si mira negletto, depresso, avvilito; questi vede le cose sue andarli tutte a seconda, quegli tutte al rovescio; là sguardi benefici, gioviali, amabili, che ravvivano, qui sguardi maligni, avvelenati, perversi, che rovinano.


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Capricci sulla jettatura
di Gian Leonardo Marugi
pagine 79

   





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