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      Dunqu'oggettoMai ne fu?(65)
     
      Che là sbuccia,
      Qual cannuccia,
      Certo gratoNon so che?
     
      Ah, tacete!
      Saria statoGran peccato
      Jettar me.
     
      Vi pensate,
      Dite il vero,
      Che fu forzaDi voler?(66)
     
      Ragionate,
      Son sincero,
      Ma non tuttoPer intier.
     
      Oh, la cosaPortentosa,
      Che si vedeE non si sa!
     
      Pur l'imbroglioSaper voglio
      Netto nettoCome va.
     
      La naturaMolte cose,
      Vuole ascoseFar restar.
     
      Ma, sorpresa,
      L'appalesa,
      Le fa all'uomoPenetrar.(67)
     
      Dunque uditeQuel che dico,
      Bell'intricoChe s'ordí!
     
      Tutt'i corpi...
      Piano, piano,
      Che la testaNon sta qui.
     
      Tutto quantoSono stanco.
      Ma badate...
      Che dirò!
     
      Eh, lasciateChe vi parli
      Franco franco,
      Come so.
     
      In questo globulo,
      Che soglion gli uominiChiamar terraqueo,
      Non tutti serbanoNatura elettrica.(68)
     
      Quel cor magnanimo,
      Che i piú reconditiRecessi penetra
      Dell'ammirabileNatura provvida:
     
      Vedrà con giubilo,
      Tra quanti trovansiEnti palpabili,
      Che un vasto numeroNon sono elettrici:
     
      Che sol conduconoQuello che dicesi
      Vapor fulmineo,
      E nelle viscereNon mai l'attraggono.(69)
     
      Tra corpi similiSe l'uomo ponesi,
      La controversia,
      Che par difficile,
      Soluta trovasi.(70)
     
      Vedrai tu placidoIn mezzo al celere
      Corso pestiferoDi quel malefico
      Starne Panfilio;
     
      E sol Polibio,
      Gravato il misero,
      Abbenché trovisiLontan dall'empio
      Piú miglia tredici.(71)
     
      Ahi quanto cruciani,
      Ninfe vaghissime,
      Se il Ciel concesseviNatura simile
      A' corpi elettrici.
     
      Verranno a tumola,
      Non v'è piú dubbio,
      I sguardi lividiA farvi misere
      Senza risparmio.(72)
     
      E come i fulmini,
      Senza mai ledere,
      Pe 'l filo tenueDi ferro o cupreo
      Ne scorron rapidi,
     
      Cosí gli effluviSempre s'aggirano


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Capricci sulla jettatura
di Gian Leonardo Marugi
pagine 79

   





Panfilio Polibio Ciel