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      Ed allora sí che, vedendovi attorniate da' giovanetti leziosi, che liquefacendosi alla vista della vostra portentosa bellezza, co' malefici sguardi e venefiche parole, senza accorgervene affatto voi, vi uccidono, non già compiacendoli ed instigandoli coi vostri assai piú penetranti e vivaci, come faceste sin'ora, gli adescarete, ma, rintuzzandoli con valevoli antidoti, li fuggirete niente men che la peste. E voi, mia bellissima e vezzosissima Nice, se minimo indizio in me trovate, donde sospettar potreste esser io grande o piccolo jettatore, deh, fuggitemi, ve ne supplico, evitate le disgrazie vostre colla mia perdita. E se crederò di morire, sarò pure costante in mai piú rivedervi. Chi sa! Sonovi anche degl'innocenti assassini: fanno del male senz'avvertirlo; fossi mai io uno di quelli? Mi osservaste forse per tale? Fu questo forse il motivo che intiepidí quell'amore che una volta a me dimostraste? Ah, mia amabilissima Nice! E forse non piú mia a quest'ora: se mai questo fu il motivo della freddezza vostra, estinguete, vi prego, le fiamme che per me concepiste, quando anche piccolissima scintilla ne fosse rimasta, poiché io non bramo che il vostro bene e non mi curo vivere senza speranza di mai piú rivedervi, qualora questa mia disperata vita dovesse recarvi vantaggio o liberarvi almeno da angustie; ma se poscia non trovarete in me questo grand'argomento di pene, perché mai obliarmi?
      Voi, al pari di tutte le altre bellissime e graziosissime donne, siete riguardata, ammirata, distinta, e però coll'altre tutte vi veggo nel continuo pericolo della jettatura.


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Capricci sulla jettatura
di Gian Leonardo Marugi
pagine 79

   





Nice Nice