Affinché dunque non vi avvenisse come alla disgraziata Euridice, nel dilicato piede trafitta, vi additerò le foglie dell'odoroso cespuglio che la malnata biscia ricuopre, e quando una sola di queste in me verdeggiare vedrete, abbandonatemi, che vi perdono. Voi, vezzosissime donne, ascoltatemi intanto, che vi darò il modo di scoprire i perfidi ed empi jettatori. Ecco, che la scienza tutta vi appaleso, e
Facil si rende poi, bench'aspra in prima.
Voi non dovete che minutamente osservare le persone che vi attorniano. Con poco che vi farete riflessione, li ravviserete a prima giunta: adunque uditemi, che
Non a caso è virtute, anzi è bell'arte.
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CAPRICCIO VI
Donne mie belle,
Se mi sentite,
Voi cose uditeCh'han da piacer.
Non son novelleOra venute
Da Calicute
O da Nieper,
Ma son le note,
I certi segniDi quegl'indegni
Che san jettar.
E qui caroteIo non vi vendo:
No, non intendo,
Donne, burlar.
La cosa è seria:
Sentite tutti,
E grandi e putti,
Consigli do.
Filli e Valeria
Jettan' a paro;
È caso amaro,
Ben io lo so.
Ma se trovateDe' malefizi
I cert'indiziChe vi spieg'or,(75)
Deh, le scacciate:
Io non v'inganno,
La jetterannoSenza timor.
Quella fantescaAlta e paffuta,
Se vi saluta,
Dubbio vi sta.(76)
E s'ha gli occhiacciDi sanguinacci,
Non vi rincrescaVi jetta già.(77)
Quella damacciaCorta di schiena
E piena piena,
Lunga di pié,
S'agli occhi tieneLippo ed arene,
Non vi dispiaccia,
La jetta affé.(78)
S'ha la daminaCiglia inarcate,
Quando camminaLesta se va;
S'ha gli occhi loschi,
I capei foschi,
Non vi sdegnate,
jettando va.
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Euridice Calicute Nieper Valeria
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