(79)
S'ha quell'il voltoSchiacciato molto
E nero nero,
I denti in fuor;
E s'aquilinoTien il nasino,
Io dico il vero,
Vi jett' ancor.(80)
Quell'omicciottoA bussolotto,
S'ha naso a ficoE pancia su;
Il capo a zucca,
Porta perrucca,
Il vero dico.
La jetta piú.(81)
Quel bianco bianco,
Occhio infocato,
Mezzo sbarbato,
Capo a tambur:
Se li dà fineSul ciglio il crine,
Vi parlo franco,
La jetta pur.(82)
S'in volto ha tarloE tondo il mento,
Vi parl' a stentoSenza guardar,
Ciglie ha di gatto,
Occhi di matto,
Franco vi parlo,
Vi sta a jettar.(83)
Di poi fuggite,
Donne mie care,
Lagrime amareChi mai versò,(84)
Chi lod' a guazzo,(85)
Ride da pazzo,(86)
In fin fuggiteChi vi turbò.(87)
PROSA SETTIMA
SUI MEZZI DI PRESERVARSI DELLA JETTATURAA' MALVAGGI JETTATORI
Eccovi scoperti, o perfidissimi jettatori. Voi che, sovvertendo l'ordine delle cose, riempite il mondo di duolo, discacciati un giorno dall'umano commercio, come que' che non fanno che assassinare, piangerete soli le disgrazie che i vostri puzzolentissimi effluvi, i velenosi sguardi e l'accesa vostra fantasia tentano di rovesciare sugli altri. Io al certo vi compatirei, jettatori esecrandi, se ravvisass'in voi un innocente delitto, ch'è quanto a dire, se dalla natura cosí formati, senza saperlo la natura stessa, offendeste. Ma, ahi, che voi, empi piú dell'empietà medesima, famelici de' nostri danni, divoratori de' beni altrui, comprendete a capello non solo quanto ci arrecate di danno, ma anelanti, niente meno che cervi per le chiare sorgenti, in traccia andate delle piú belle occasioni per infamarvi.
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