Allora:
Deh, perché il libro non mi squarci o macchie,
Lettor, prendete i sassi e state all'erta,
E spaventate via queste cornacchie.
Ad ogni modo concedetemi la gloria di essere io un costante persecutore della jettatura, e di averne scritto ad oggetto di giovarvi. Se questo mi accordarete, io non pretenderò altro da voi. Vivete felice.
NOTE
(1) L'eruditissimo, e chiarissimo D. Nicola Valletta abbastanza noto nella Repubblica letteraria per le sue chiarissime opere, Professore di legge in questa Real Università degli studi.
(2) Il chiarissimo D. Nicola Valletta (V. Cical. sul fasc.).
(3) Una infinità di casi si potrebbero rapportare: molti se ne adducono nell'opera citata. Noi li trascuriamo perché non l'ignora «Qui mores hominum multorum vidit et urbes».
(4) Si vedrà molto bene in appresso.
(5) Non sempre è ciò vero: per lo piú i Clementissimi Sovrani sono da potenti ragioni costretti di farlo. Qualche volta però vi ha parte la jettatura senza alcun dubbio.
(6) Non v'ha chi ignori il potere che tiene su lo spirito nostro la costituzione delle nostre parti. Ognuno sa come quello venga a prendere diversi stati dalla diversa posizione del corpo. Titiro ripete la genialità di cantare la sua bella Amarilli dall'agio e tranquillità che gode:
O Meliboee, Deus nobis haec otia fecit.
Lucrezio con energia ce lo fa chiaro a vedere in que' versi:
Corporis haec quoniam penetrant per rara, cientqueTenuem animi naturam intus, sensumque lacessant.
E basta conoscer un poco se stesso per rimanere convinto.
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