Ciò posto: chi non comprende che tutte le cose che ci attorniano, cominciando dalla piú minuta spilla sino al piú grosso pancone, dal piú tenero bambino sino al piú antico avolo, dalla piú leggiadra ninfa sino alla piú sozza vecchiaccia, possano riflettere, o rifrangere, dirò cosí, il raggio della jettatura, e menarcelo sopra per diretto, o traverso? Piú non vi deve recar meraviglia, se vedete ad una caduta di carta, un cambio di lumi, l'assenza o la presenza di questa o quella persona, il sito, che prendete diverso, rivoltarvisi la sorte. Forse quel piccolissimo ente a guisa di specchio dirigeva e conduceva, come si vedrà in appresso, su di voi gli effluvi di quel jettatore: però tolto, o mutandosi di sito, li fa andare su di un altro, lasciandov'immune, e tutto al contrario.
(17) Io amerei che si facesse distinzione tra vapore affluente ed effluente. Chiamo affluente quello che va verso il jettatore, scappando dall'oggetto che questo rimira; effluente poi quello che scappa dal jettatore medesimo. Questi opposti flussi di vapori ci possono dar lume per spiegare con piú di precisione la jettatura.
(18) Il punto d'incontro determina la jettatura. Diamo che il vapore affluente non giunga ad unirsi coll'effluente; allora, diradandosi quello sempre piú, niun effetto produce. Non cosí se accade simile incontro. Due casi quivi si possono dare, o che tali vapori sieno omogenei, o tutto al contrario. Nel primo caso non può nascerne alterazione per minima che si fosse, per conseguente uno non offende l'altro, quando anche fossero ambi jettatori: «Perché non mangia il corvo, e manco il cane / Della sua propria spezie la carogna / Cosí disposte son le cose umane». Nel secondo caso si urtano, si repellono, si decompongono, si alterano.
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