Ed ecco simili jettatori «Che spesso occhio ben san far veder torto». Guai se tra cortegiani se ne ritrovasse uno, e piú guai se d'indole perversa. Allora uno sarà, come dice Ausonio, reus sine crimine. Poiché dipartendosi dagli occhi del jettatore una parte sottilissima, deve produrre al cerebro del Monarca, che ferisce, le modificazioni medesime colle quali fu cacciata e spinta. Or chi si può riparare dalla jettatura?: «Vostro saver non ha contrasto a lei; / Ella produce, giudica, e persegue / Suo regno come il loro gli altri Dei».
(52) Qualora il jettatore imperversa, e seguita a guardare o a stare vicino a uno capace di ricevere la jettatura, di che se ne parlerà appresso, rimane anche questi tirato nel medesimo furore, e si presenta se stesso ristucchevole e noioso: «E la pioggia continua converte / In Bozzacchioni le susine vere», disse Dante. Ecco un dubbio che dietro le dette cose mi salta. Opera anche sulle cose inanimate? Il che anderemo passo passo esaminando.
(53) Si può dire: «Di boni, quid hoc morbi est? Adeon' homines immutarier / … ut non cognoscas eumdem esse».
(54) L'eruditissimo e chiarissimo D. Alessandro Maria Kalefati, Vescovo di Oria, o di Orra, come egli vuole, lustro della letteratura e decoro della nostra nazione.
(55) Il Signor D. Berardino Pensini, primo patrizio leccese, giovine culto e di ottimo talenti.
(56) Gabeo, nel salire le montagne, vide l'aria nella cima serena e l'inferiore coperta di nuvole: entrato in queste, osservò nel scendere dal monte minimi globetti di acqua fluttuanti nell'aria, quali ingrossandosi sempre piú in serie crescente, dalla parte superiore all'inferiore andavano a finire a vere gocce di pioggia.
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