Me infelice! jettatori crudeli!
(75) «La ragion dietro a' sensi ha corte l'ali». Lo sapete molto bene. Ove si tratta di note caratteristiche, non se ne può addurre ragione. La natura ha diversificati gli esseri. Gli storici naturali non entrano a cinguettare perché in questo e non in quell'altro modo formato fosse un pesce, un quadrupedo, un insetto, un minerale, una pianta. L'osservano attentamente e, dopo piú replicate osservazioni, ne stabiliscono le note, mediante le quali venissero a conoscerli a prima giunta. La ragione risiede negli abissi della natura; non si può, né si deve indagare. Similmente avviene per quello che riguarda i jettatori; questi vi sono, esistono. È punto di storia naturale il ritrovarne le note che li distinguono. Con instancabili osservazioni, come si è fatto degli altri esseri, vi si può solamente giungere. Io da che sono nella certezza di esservi al mondo de' jettatori, non ho mancato di osservare a minuto que' tali che sono stati di tristo augurio. Dopo una infinità di osservazioni, appunto, come fanno i naturalisti, ho combinate le idee ed ho ritrovato a capello convenire colla jettatura alcuni segni speciali. Ed ho veduto che picciolissimo segno da non comprendersi senza positiva attenzione ci discopre la natura de' jettatori; cosicché si può dire: «Saepe exiguus mus / Augurium tibi triste dabit». Ecco dunque, che ve l'addito. Forse vi saranno piú jettatori nascosti sotto altri segni; ma questi a me non son noti. Conviene allungare le osservazioni, e per conseguenza v'abbisogna o maggior tempo, o maggior numero di osservatori: per quello che riguarda il primo, io prometto di non istancarmi giammai per dare al pubblico una compiuta serie e classificazione di essi; per quello riguarda il secondo, appartiene a' naturalisti il volerlo fare oggetto delle loro osservazioni.
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Augurium
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