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      Quanta materia dà il globo di zolfo, altrettanta ne tira quello di vetro. Voi che formò natura sommamente penetranti, e senza studio giungete a comprendere le materie piú difficili, capirete adesso che que' vetri, que' cristalli, quelle gemme che vi adornano il seno, raccolgano insensibilmente la jettatura, e liberando i vicini se ne caricano sempre piú, e per l'immediato contatto ve la partecipano. Ho ragione dunque di dire che i mariti, osservatori delle cose naturali, gli avessero inventati per somministrare alle mogli un lento veleno e togliersele d'avanti? Badateci, vezzosissime donne.
      (91) Si comprende molto bene da quello che si è detto sin'ora.
      (92) Io son contentissimo di trovarmi sempre con un capitale di due o tre soldi. L'argento e l'oro, come metallo, è conduttore, ma, per una speciale qualità, se ne carica assai piú che non fanno gli altri metalli.
      (93) Sissignora. Io vi bramerei nella semplicità piú polita. Quelle gioie, quell'oro, che vi adornano la gola ed il crine, mi sono un crucio continuo. Temo che ad ogni momento vi avessi a vedere colpita da jettatori. Siatemi compiacente, mia bellissima Nice: non parlo che per vostro vantaggio. Lo smisurato amore che vi porto mi fa essere tutt'occhi per voi. Quegl'imbrogli vi rovinano, credetemi; a lungo andare la straordinaria bellezza vostra ne rimarrà colpita. Voglia il Cielo che io mentisca; siete il cuor del mio cuore, né viverei un momento se vi vedessi languire; ma... Capitemi.
      (94) Credo di pensar dritto. Con simile veste poco o nulla mi son liberato dalla jettatura.


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Capricci sulla jettatura
di Gian Leonardo Marugi
pagine 79

   





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