Io non ne so nulla.
(106) O questo sí che ho sperimentato efficace. Lo lessi la prima volta nel tomo I di M. Thiers, e l'ho praticato con qualche sorta di profitto.
(107) Molte cose si dicono a tal proposito; ed io non voglio privarvene. Ho letto ne' Viaggi di Libia, che i Marbuti di Senega danno ai negri certi biglietti, che essi chiamano grisgris, che contengono parole arabe, pei quali sono preservati da' disastri. De Lancre riferisce che un uomo faceva del male a chi voleva con queste parole: Vach, Stest, Sty Stu. Rapporta Thiers, che se si attaccano cosí queste parole: † nuthas † a aortoo † noxio † bay † gloy † operit † al collo, verrà amato chi le porta da tutte le persone. Si legge nella vita di Pitagora, che vedendo questo filosofo un bue che depasceva in Taranto un campo di fave, li si appressò e gli disse alcune parole. Il bue non se ne mangiò mai piú. Giunto a vecchiezza si alimentava di ciò che i passeggieri li davano presso al tempio di Giunone, e fu detto Bue Sacro. Si dice che una figura di serpente che si rattrovava in Costantinopoli impediva che vi entrassero i serpenti. Maometto II li ruppe i denti, ed un gran numero di serpenti con denti rotti entrarono nella città. Leggo nell'Istoria dell'im.[maginazioni stravaganti] del Sig. Oufle, che in questa città medesima, sotto l'impero di Anastasio, vi era in bronzo effigiata l'immagine della fortuna che teneva un piede sopra una nave. Si staccarono alcuni pezzi di quella nave, ed in quel porto non potevano piú entrare le navi, finché non furono attaccati di nuovo i pezzi.
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