I SAGGI POETICI DI TULLO MASSARANI
Se il nome che più dura e più onora potesse essere ancora largito a chi rivela ne' suoi versi un vivo sentimento della natura, una sollecitudine amorosa per il bene dell'umana famiglia, un patriottismo ardente e puro come fiamma, una devozione quasi gelosa alle schiette tradizioni dell'arte italiana, una cura coscienziosa di stile e di numeri; se potesse essere largito il nome di poeta a chi presenta, con tali note caratteristiche, l'opera propria, quantunque vi si desideri talora impeto di fantasia e splendore d'immagini e più limpida spontaneità d'espressione; anche si dovrebbe accogliere con cortese indulgenza l'ombra che torna di Tullo Massarani poeta.
Scomparso appena ieri, chi ne prenda in esame l'opera poetica, egli già riappare come uomo di altri tempi; di quei tempi, quasi favolosi, ne' quali tanta eco trovava la voce del Mazzini: «L'Arte per l'Arte è formola atea, come la formola politica ciascuno per sè: può dominare per alcuni anni in popoli che decadono; no 'l può sopra un popolo che sorge a vita nuova, e a una grande missione.»
Il monito del maestro fu ognora presente all'anima del Massarani; che, poeta giovine, eludeva con gli stornelli incendiarii la vigilanza della polizia austriaca, poeta vecchio, rimava inascoltato precetti di civile sapienza agl'Italiani.
La poesia di lui, romantica di contenenza e nudrita del meglio delle moderne letterature, apparve sempre studiosa di rivestirsi delle classiche forme; anzi fu tanto questo studio di essa, che affettata ne riuscì talora la signorile compostezza dei modi anche ne' versi del tempo migliore.
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