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      E perchè? Perchè sotto la buccia esotica delle costumanze, delle foggie, dei riti, delle tradizioni, del linguaggio, erano figure umane anche quelle; anch'esse a loro modo raccontavano il perpetuo dramma dell'amore e del dolore, il poema eterno della vita. Diecimila miglia di mare e dodici secoli di silenzio non avevano affiocate del tutto quelle voci quasi aeree di poeti e di donne da paraventi.
      E oggi dunque, da tutte le grandi memorie di tempi altrettanto lontani ma più certi, da tutte le vive impressioni di luoghi altrettanto curiosi ma vicinissimi, non ispiccierebbe più vena di poesia? Non avrebbe più il femminino eterno, l'ammaliante e misteriosa figura della donna, contemplata attraverso epoche, genti, contrade senza fine diverse, interrogata nelle sue venture, ne' suoi spasimi, nelle sue battaglie, non avrebbe più virtù di rinsanire questa letteratura inacidita, di agitare queste accidiose anime, di scuotere questa generazione indifferente dei nostri giorni?
      Dimande - credetelo - che io non ho poste a me stesso per aspirare al vanto di esibirvene una soluzione. Presumere di poterlo, sarebbe vanità e stoltezza senile. Fatto è però che io mi trovai a meditarle senza averne altrimenti formato il proposito; anzi, prima assai d'averne avuta intera la coscienza: fatto è che questa maniera di contemplazione fu non ultimo pascolo ad anni parecchi della mia vita. Non accade egli forse che una imagine, ragionandoci in cuore mesta e dolorosa, sembri suscitare e quasi impersonare in sè stessa tutti i ricordi più intensi del nostro passato, tutte le reminiscenze di ciò che in arte abbiamo prediletto, tutte le visioni perpetuamente rampollanti dalla stessa nostra fantasia?


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L'odissea della donna
di Tullo Massarani
Editore Forzani Roma
1907 pagine 356