Per l'assistenza previdente, sorelle mie, per la pietà dei benemeriti e prodi, per la carità educatrice, venia, Vi prego, al libro, e indulgenza plenaria al servitor vostro
Tullo Massarani.
L'ODISSEA DELLA DONNA
Oh! se il pensier vagantePer l'ètera infinito
Sapesse mai le tanteLarve, onde fu rapito,
Pinger con la favellaNe la solinga cella!
Non io narrar di biechiMentiti eroi le gesta,
Ma, tolta a' tempi ciechi,
Vorrei l'istoria mestaDe la donna gentile
Tèma al dolente stile.
Parrìasi in ogni terra,
A' lieti giorni e a' rei,
La non placabil guerraChe sa regger costei:
Costei, che pur ne sembraSì fragile di membra.
Nacque potente? I fruttiSaggia dell'odio infami
E de la casa i lutti.
Misera nacque? i ramiDa le tantalee poma
Le sfiorano la chioma.
Se da nemiche lancieNon ha diviso il petto
E forate le guancie,
Micidïale affettoChe promettea dolcezza
Il cor dentro le spezza.
Ai trepidi palmetiLà del materno Gange
Racconta i suoi segretiSacùntala, e ne piange:
Racconta amara istoriaD'un re senza memoria.
Là, 've fiorir la rosaVede Efraìm pastore,
È bruna, eppur formosa,
Una che svien d'amore:
Amor tutto sortille....
Ma donne il Re ne ha mille.
Arbitra è d'alte sortiLa gallica donzella,
E di fiere cöorti:
Ma duro prezzo è a quellaSacerdotal possanza
Eterna vedovanza.
Ecco la Grecia aprica,
L'arte che plasma e crea:
Gioisci, Egle pudica!
Vergine, ascendi a Dea!...
Ma il Sol non volge a seraChe ti ritrova etèra.
Ah! più fatal non sorgaE più tristo mattino,
Che del tuo bel s'accorgaIl predator latino!
Indarno, indarno i lai!
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