Per ravvisarlo? È gentilezza il nome,
Ale di corvo le flüenti chiome.» 18
- «Cessa, o gentil! Tu se' l'immacolata,
Tu de la luna al par bella e dell'alba;
Te sessanta regine hanno lodata,
La schiera fai de l'odalische scialba:
A una voce te dissero beataQuante fanciulle il Sol nascente inalba;
Tremenda come esercito in battaglia,
Eccomi, amore, a te: sì 'l cor mi vaglia.»19
Disse il garzone. Ed ella: «Usciamo a' campi,
Mènami ai tralci in fiore e a' melograni,
Lo stendardo d'amor leva, e n'avvampiIl cor che più non sa jer nè dimani,
E il tuo del mio sigillo anco si stampi.
Oh date poma, ch'io mi svengo; oh graniDate d'uva, sorelle, a le mie labbia:
Ch'io mi svengo d'amor sovra la sabbia.»20
Udi 'l gran Savio, e: «Che ti val - sorrise -
Saggezza, o Soliman, dovizia e regno?
Dove Amor le sue tende in terra ha fise,
Di vincere non far bieco disegno:
Non bastan l'armi; e avesse Eufrate intriseLe tende e Nilo, ancor, ne metto pegno,
Diradicar non le porrìan di terra:
Pènsati l'oro!... E ne' forzieri il serra.»21
E voi ribelli a' voli alti de l'estro,
Se me' vi torna il mio racconto umìle,
Lode ne date a quel sovran maestroDa cui tolsi l'ordito, ahi non lo stile!
Io mi contento sol che di capestroPiù nè di rogo arbitra sia la bile
D'invidi Magi, e, senza chiose apporre,
Vengo a Voi, Donne, perdonanza a tôrre.
NELL'ISOLA DELLE SENE
NELL'ISOLA DELLE SENE
NELL'ISOLA DELLE SENE
Là dove il turbo impera,
E in perpetuo muggente onda selvaggiaL'armoricana spiaggia
Tra immani spume fa viscida e nera,
Oppur lubrica vieneDi ree coprendo insidïose arene,
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Sol Savio Soliman Amor Eufrate Nilo Magi Donne
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