Magistero ed esempio; è ignobil mostraOggi, che al vizio solo si consente.
Nè già per ombre di tiranna chiostraQuel che jeri virtude oggi è peccato:
Ma se n'abbuja il mondo, e l'onta è vostra,
Ipocriti Dottor' del rimpiattato.
Regnò per voi di Lèmuri coorte,
E fu il meglio a li anàtemi sagrato:
Per voi de l'uomo a rinvilir la sortePartorirono età colme d'ingegno
Età digiune d'ogni succhio e morte.
Per voi, solcato il luminoso regnoD'Atena iddia, se il basso evo discendo,
In una sepolcral notte m'avvegno:
Il bizantino Spettro in piè sorgendoQuel che il popolo prisco aveva a lode
Condanna per infesto e contennendo:
Dico il piacere ch'ogni nato godeGrazie a quel caldo d'immortal natura,
Onde in gara d'amor ciascuno è prode:
E per andar ch'io faccia, la rancuraScolpita in ogni volto, e veggo sola
Su le rovine assisa la Paura.
Gran mercè se del Ver l'alma parolaRagiona in petto a un pastorel sagace,
Che sui mäestri com'aquila vola;
Sì ch'ei ritolta a Cimabue la faceChe fumigava in cieco andito chiusa,
Di novello splender lieta la face:
Anzi l'incerta ed assonnata Musa
Dal torvo lume di cinerei spegliVolge all'alta del Sol luce diffusa:
Poscia fa cenno al buon Masaccio, e quegliAl maggior Tosco da l'intonsa chioma,
Che dentro la riscota e la risvegli:
Sanzio in ciel ne la porta, e su l'indomaAla un divino la soffolce a lato
De l'Arcangel guerriero onde si noma.
Che pro? Censore a tanto genio è dato,
Vedi pudor di castità briache!
Un poveraccio a le cesoje nato:
Questi a gl'ignudi in Ciel calza le brache;
E stomacosa intanto il grugno in terra
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