Dal mandarle offerir con la Contea:
Altri spedė mercante, altri giullare,
Altri vecchia ed emerita comare.
E, se creder si vuole a la leggenda,
Anche fu detto che il buon Re Lovigi,
Il qual ben altra in casa avea tregendaPatita da la moglie e da' suoi ligi,
Come fatto glien'ebbe il Papa ammendaE prosciōltol da nozze e da litigi,
Die' voce che venuto fosse a morteFulberto, e Monna Pia chiese in consorte.
Ma la donna gagliarda e sempre invittaMirabile a ciascun fiera costanza
Tale opponea, che vista mai nč scritta,
Dopo quella d'omerica membranza,
Nč a' posteri altrimenti fu relitta:
E ne la malinconica sua stanzaQuesto amaro godea solo diletto,
Di noverar per filo ogni rejetto.
Unico svago poi su la bass'ora,
Con un cane di quei truci a vederli,
Che a lei scodinzolando guarda e plora,
L'era salire insino agli alti merliDe la torre che intorno i campi esplora:
Nč insin che l'occhio ancor potea saperli,
Alberi e ville e tutta la riviera,
Nč sovente scendea che a tarda sera.
Certo immaginazion cieca e balzanaStata sarėa, nč carezzarla certo
Ella potea, ch'aveva mente sana,
Se pensata si fosse che a l'apertoIn quella valle che dal mar lontana
Chiudea d'alte foreste un vivo serto,
De' redituri avesse a l'improvvisoLo stuolo ad apparir pria che l'avviso.
Nondimeno un'idea maggior di leiLa confortava a quella sua vedetta:
Non piangea, di volgari e fiacchi omčiRisuonar non facea l'aria che schietta
Ragionarle parea d'astri men rei:
Sė la mente vagar cosė solettaLasciava a grado, e de la bianca mano
Si placea carezzar l'irsuto alano.
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Contea Re Lovigi Papa Monna Pia
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