Della mortal nemicaBaci, e all'Iddio de' martiri
Neghi la fede antica:
E i morti vilipendereGiuri, che padri de' suoi padri fûr.
Non però il guardo vigileEluder pensi mai
Che dall'ara implacabileSovra gli pende, o guai!
E nè per servo ossequioMai dall'odio che il tien speri mercè.
Indarno, indarno esercitiL'irrequïeto ingegno,
Sè indarno per la patriaOffra soldato, e pegno
D'alta virtù l'ingenuoStemma proclami sua novella fè:
Tremi pur sempre! InconsciaLa pia ch'ei tolse a sposa
Non titillò l'impùdicoDesìo di grinta annosa
Pur or, mentre propiziaMaria pregava al suo pregnante sen?
Lei quelle torve impreseroSitibonde pupille
D'ogni moto, d'ogni umileAtto a notar. Seguille
Per via l'iniquo, e d'invideStillate insidie apparecchiò velen.
«Non sei - dicea - di stipiteEbreo tu pur discesa?
Non son le consanguineeNozze proterva offesa?
Lezïoso a la Vergine
Non dirizzavi il bleso accento or'or?
«Gran mercè, la Santissima
Fratellanza mi degnaChe a la torsion de' reprobi
Teste e famiglio io vegna:
Ben fia che a dure coltriciIo le tue membra, o bella, abbia a compor.»
Disse ed oprò. La ferreaMorsa già si disserra,
Già già la brace crepita,
Già nell'orror s'atterraDe l'imminente strazio
La colombella che il falcon ghermì.
Ah, pria che l'alto spasimo,
Misera! a sè la renda,
Fuggiam, fuggiamo, o candideDonne, la scena orrenda;
Copra l'ombra dei secoliDelitto che ne l'ombra ornai vanì.
Ma, non indarno trepide,
Il paventato scempio,
Donne gentili, insegniviA discacciar dal Tempio
Quella che intorno aggirasiBelva crudele, e ancor barrendo va.
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Iddio Vergine Santissima Tempio
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