Di un Canto del mondo, attribuito a Taliesino, Jean Reynaud cita il brano seguente: «Io dimanderò ai Bardi qualche cosa del mondo. E perchè i Bardi non mi risponderebbero? Io domanderò loro: Chi è che sostiene il mondo? perchè privo di sostegni esso non precipita? E se precipita, quale via segue? Ma chi potrebbe a lui servir di sostegno? Oh il gran viaggiatore che è il mondo! Mentre si rivolge senza riposo, esso rimane tranquillo nella sua orbita. E come la forma di cotale orbita è ammirevole, perchè il mondo non cada fuorviando in nessuna direzione!»
Lascio al dotto francese, s'intende, il rendersi mallevadore dell'autenticità di questo documento; se fosse incontroverso, giustificherebbe l'entusiasmo del Reynaud per colui del quale egli fa un precursore di Keplero. Questo è certo, che le idee prevalse nel medio evo furono tutt'altre: e il trasformarsi del vecchio mondo celtico nel mondo medioevale non potrebbe avere più parvente imagine di quell'isolotto, già sede del Dio solare (Tom-Beleno), il quale si tramuta, durante la sanguinosa tregenda de' tempi merovingiani, in Sacro Monte dell'Arcangelo Michele. Fu, dicono, nell'ottavo secolo. Un Vescovo d'Avranches, Sant'Oberto, recandosi a meditare sotto l'ombra della misteriosa foresta, v'ebbe una visione che lo lasciò assai agitato e perplesso: un guerriero in atto minaccioso imponevagli di erigere un tempio in suo onore. Egli, pauroso d'insidie diaboliche, stette lungamente in forse; nè prima obbedì che non fosse sforzato e segnato dall'Arcangelo medesimo, con un dito cacciatogli dentro alla fronte.
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