«Io veramente affermo - dice Leon Battista, e lo dice tanto a proposito e a modo, che non so tenermi dal ripetere le sue parole - io veramente affermo che la varietà et la abondantia de colori arreca molta gratia, et molta leggiadria alla Pittura. Ma io vorrei che i valenti Pittori giudicassero che si debbe porre ogni industria et ogni arte nel disporre et nel collocar bene il bianco et il nero, et che in collocar questi bene et bene accomodargli, si deve por tolto l'ingegno et qualsivoglia estrema diligentia. Imperoche si come lo avvenimento de lumi et dell'ombre fa che ei si vede in qual luogo le superficie si rilievino, et in quali elle sfondino, et quanto ciascuna delle parti declini o si pieghi; così lo accomodar bene del bianco et del nero fia quello che era attribuito a lode a Nitia Pittore Atheniese, et quel che la prima cosa ha da desiderare il maestro, che le sue Pitture apparischino di gran rilievo. Dicono che Zeusi nobilissimo et antichissimo Pittore, fu quasi il primo che seppe tener questa regola de lumi et de le ombre.»
Di una cotanto autorevole apologia del bianco e del nero voi intendete bene, gentili Donne, come io, trovandomela così a mano, non mi potessi passare; posciachè di nero appunto e di bianco, e di niente altro, io abbia qui procurato di accomodarvi. Avrebbe forse valso o varrebbe di più il ritesservi l'elenco di opere non viste? Una cosa sola mi par che giovi notare, perchè prova come l'evoluzione delle arti plastiche sia andata sempre di pari con quella del teatro, e in generale della coltura.
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