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      443. Vasari, Le Vite, ecc., Firenze, Sansoni, 1881, tom. VII, pag. 65).
     
      IN ROMA PATRIZIA
     
      Confesso candidamente di essermi ispirato per questo quadro, che, se non nell'atto, è atroce pur troppo nell'aspettazione (ma i canoni anche più ortodossi dell'arte lo consentono), a un vecchio scrittore sepolto in un oblìo altrettanto profondo quanto fu sterminata la voga d'un giorno: Eugenio Sue. Rassicuratevi peraltro, pie Gentildonne. Se vi fanno paura i suoi Misteri del popolo, ecco che già, lunga pezza innanzi, un savio e grave alemanno, il Böttiger, facendovi assistere con la sua Sabina alla teletta di una dama romana, vi ha ammannito uno spettacolo non dissimile; e la stessa scena, o a un di presso, potete rileggere persino nella edificante Fabiola del cardinal Wiseman.
      «Faustina (io ho scritto Valeria) indossava due gonnelle di seta di Tiro, una lunga e bianca ricamata d'oro, l'altra più corta di colore verde chiaro ricamata d'argento... i sandali dalla suola d'oro quasi sparivano sotto le tante pietre preziose delle quali erano ornati.
      «La gran dama, così mollemente adagiata sui suoi cuscini... disse con voce sdilinquita:
      «- Ho sete.
      «Subito parecchie delle sue donne si precipitarono verso le credenzine d'avorio; l'una mise una coppa di mhure sopra un vassojo di diaspro; un'altra prese un vaso di oro, intanto che altre portavano uno dei grandi bacili d'argento pieni di neve, dove stavano in fresco le anforette d'argilla di Sagunto. Faustina accennò col dito che ella voleva bere di quel vino ghiacciato.


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L'odissea della donna
di Tullo Massarani
Editore Forzani Roma
1907 pagine 356

   





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