» Metodo che piacque poi altrettanto, in casa e fuori, agli Spagnuoli.
Ci sarebbero ora anche del sullodato Harun, il Rex Persarum delle cronache, da contare molte e molte, se non tutte così cavalleresche storielle; ma io per farla finita, mi piglio licenza di riferirmene a quella genialissima sorella vostra e raccontatrice celeberrima di fiabe, che fu (se non è fiaba essa medesima), la sultana Sceherazade.
UN GIUDIZIO DI DIO
Quante formalità al giorno d'oggi, quante cautele, quante ricerche, prima di condannare un uomo! Ma avete voi mai pensato a quel cumulo d'iniquità e di stoltezze che qualunque accusa, anche la più pazza, provocava nei secoli andati? Per nostra mortificazione bisogna confessarlo: ogni popolo semi-selvaggio o rimbarbarito inclina sempre a credere alla reità, quasi fosse lusingato ne' suoi istinti feroci dal poterli attribuire ad altrui. Ed anche è notevole come presso le cieche moltitudini il primo impulso non sia mai di ricercare la verità o la falsità dell'accusa con quei criterii che l'esperienza e la ragione suggeriscono; ma di rimettersene piuttosto a qualche forza ignota, a qualche evento indipendente dalla volontà, al caso in una parola, di cui volentieri si foggiano non so che interprete d'una potestà superiore e transumana. Non manca del resto mai, ci s'intende, un uomo, un gruppo d'uomini, una casta, che rinfocoli la mala inclinazione dei volghi in proprio beneficio; e così si son viste durare interi secoli, e si veggono pur troppo fin sotto i nostri occhi risorgere, per vituperio di questa nostra sedicente civiltà, errori popolari, i quali si tramutarono in passato sempre, e per poco ancora adesso non si tramutano, in atrocità giudiziarie.
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