» (Filangieri, Scienza della legislazione, Lib. III, cap. IX). E rispetto agli schiavi, Roma almeno era schietta nella sua ingiustizia: li considerava come cose. Un carrattere che il medio evo possiede invece tutto in proprio, è il cavillo teologico, col quale i suoi Dottori, nell'atto stesso che offendono ogni senso d'umanità, procurano di abbujare ogni criterio di ragione. Quel bel sillogismo dell'Arcivescovo di Reims, per cui si deve credere che l'acqua, come sostanza pura, non possa far di meno di respingere a galla il colpevole, cumulo d'impurità, è uno dei tanti giojelli, di cui s'ingemma il suo eterno Memoriale sul divorzio di re Clotario e della regina Teutberga. Ve ne offro qui il testo latino perchè, quando vogliate prendere di qualche importuno una allegra vendetta, gliene infliggiate la penitenza: «Qui veritatem mendacio cupit obtegere, in aquis, super quas vox Domini Dei majestatis intonuit, non potest mergi, quia pura natura aquae naturam humanam per aquam baptismatis ab omni mendacii figmento purgatam, iterum mendacio infectam, non recognoscit puram, et ideo eam non recipit, sed rejicit ut alienam.» (Hincmari Remensis Archiepiscopi Opera omnia, juxta editionem Sirmondianam ad prelum revocata. Opusc. De Divortio Hlotarii regis, et Tetbergae reginae, anno dcccxxxvii, Interrogatio sexta, 609. Patrolog. Cursus complet. curante J. P. Migne, Parisiis, 1879, tom. CXXV).
Nè la prova dell'acqua fredda era la sola, era anzi la mitissima di tutte: vi lascio imaginare quelle delle braccia in croce, dell'acqua bollente, dei vomeri arroventati, dei roghi accesi tra cui si doveva passare senza scottarsi.
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