«Il solo medico del popolo - dice quel venerando istorico non della Francia soltanto, ma del pensiero umano - il solo medico del popolo fu, durante mille anni, la strega. Gl'Imperatori, i Re, i Papi, i Baroni più ricchi avevano qualche dottore di Salerno, dei Mori, degli Ebrei: ma la moltitudine d'ogni ceto, il mondo, si può dire, non consultava che la Saga, la buona donna, la bella donna. Accadde a lei come alla pianta che ne porta il nome, e ad altri salutari veleni ch'essa adoperava, e che furono l'antidoto dei grandi flagelli del medio evo. Il fanciullo, l'ignaro viandante, maledice quei tetri fiori prima di conoscerli... Eppure sono i fiori delle consolanti (le solanacee), che, amministrate con discrezione, hanno guarito tanto spesso, hanno almeno addormito tanti mali. Voi le trovate nei più sinistri luoghi, reconditi, di mala fama, presso gli abituri, presso le rovine. Anche questa è una somiglianza con colei che le adoperava. Dove avrebb'ella vissuto, se non nelle lande selvaggie, la disgraziata che perseguitavano tanto, la maledetta, la proscritta, l'avvelenatrice che guariva, che salvava; la fidanzata del Diavolo e del Male incarnato, che tanto ha fatto di bene, a detta del gran medico del Rinascimento? Quando Paracelso a Basilea, nel 1527, bruciò tutti i vecchiumi della medicina, disse di non saper altro se non quello che dalle streghe aveva imparato.
«Meritavano un premio, e l'ebbero. Furono pagate di torture e di roghi. S'inventarono per loro dei supplizii apposta; s'inventarono dei dolori apposta per loro.
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