E poichè Moissone si chiama quel castello, e tornati a casa dicevano d'essere andati fino al Moissone, furono supremamente derisi.»
Ma non l'era andata sempre così. Contro altri, di numero, non di coraggio minori, altre torme avevano sfogata impunemente la loro nefanda sete di danaro e di sangue. Con parole impresse d'orrore e di pietà profonda descrive il Canonico aquense le stragi atrocissime perpetrate cammin facendo dai Crociati sugli Ebrei di Colonia e di Magonza. Nella quale ultima città, ricoveratisi essi Ebrei con le donne loro e coi fanciulli presso il Vescovo in un suo ampio solajo, vennero da un Conte Emico e dalla sua banda assaliti con lancie e con dardi, e poscia che serrami e porte furono infranti, «inutilmente sforzandosi - dice l'Aquense - di resistere, settecento circa che erano, all'assalto di tante migliaja, frustra resistentes contra tot millium vires et assultus, furono trucidati con le donne e coi fanciulli fino all'ultimo: mulieres pariter trucidaverunt; pueros teneros cujusque aetatis et sexus in ore gladii percusserunt: tantochè vedendo contro sè e i proprii pargoli incrudelire e a nessuna età perdonare, essi medesimi i fratelli, i figli, le mogli, le madri e le sorelle mutuamente uccidevansi, e furono viste le madri medesime sgozzare, orrendo a dirsi, i proprii lattanti, perchè almeno di loro mano perissero, e non d'altrui.» Questo Conte Emico fu poi tra quelli che scapparono d'Ungheria; e il buon Canonico dice che «la mano del Signore fu contro i Pellegrini, perchè di troppe sporcizie e fornicazioni avevano peccato al suo cospetto, e per avidità di danaro assassinato gli esuli Ebrei, il Signore essendo il giudice giusto e non volendo che alcuno per forza e violenza venga alla fede.
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