La figlia di re Bermudo, Teresa, o come la chiama un diploma d'Oviedo del 31 dicembre anno 1037, Tarasia Christo dicata, proles Beremundi Regis et Geloirae Reginae, da pia fanciulla inorridiva all'idea delle nozze con l'Infedele; e giunta che fu al cospetto dello sposo: «Non accostarmiti, gli disse, o un angelo del Signore t'ucciderà.» Rise Almanzor, e passò la notte al suo fianco; ma vi passò una notte sola, soggiunge lo storico; chè, ferito proprio da un angelo del Signore, a primo mattino ordinò a' suoi ministri di rimandare Teresa a Leon, con magnifici doni. Reduce colà, Teresa prese il velo; e morì in Oviedo nel convento di San Pelayo, ove è orrevolmente sepolta.
ESTÁ ENCENDIDO
Il secolo e mezzo che va dalla fine delle Crociate alla presa di Costantinopoli (1291-1453) passa per essere, nel linguaggio consueto degli storici, bello e buon medio evo; ma tale certo non fu per l'Italia, che, se ha toccato in quel periodo il supremo grado di effervescenza di que' suoi tanti ganglii nervosi, i Comuni e le Signorie, vi ha svolto altresì il più bel fiore del suo magnifico risorgimento nelle lettere e nelle arti. O perchè - mi domanderete - di quel nobilissimo periodo nostro non ci date nulla? Le Cinziche e le Stamure erano già passate, è vero, fra le memorie; ma le Beatrici, ma le Laure, ma le Fiammette erano di questo mondo, e lo facevano somigliare quando al divino e quando al terreno Paradiso. E se queste no, come collocate troppo in alto per voi, nel cielo dell'arte, perchè non dirci almeno qualcosa delle loro madri, delle loro avole, di quelle matrone dei Berti, dei Nerli, dei Del Vecchio, così pie, così sante, così contente?
| |
Bermudo Teresa Oviedo Tarasia Christo Beremundi Regis Geloirae Reginae Infedele Almanzor Teresa Leon Teresa Oviedo San Pelayo Crociate Costantinopoli Italia Comuni Signorie Cinziche Stamure Beatrici Laure Fiammette Paradiso Berti Nerli Del Vecchio
|