(Ch. Yriarte, La vie d'un patricien de Venise au XVIe siècle, Paris, Plon, 1874, Ch. I).
Quei gentiluomini poi erano, se non cultori, amici tutti e per lo più intendentissimi di belle arti; nè v'era fra essi chi non si reputasse a debito d'arricchir la patria di nuovo decoro, o sia per mano d'artefici nazionali, o grazie al tributo di quelle civilissime spoglie, delle quali, a principiar coi cavalli trovati a Bisanzio, solevano fare il miglior trofeo delle loro vittorie. Non per questo cessavano d'essere uomini d'affari per eccellenza; e il libro mastro andava superbamente di pari, nei fasti di quei cavalieri del negozio, col libro d'oro. Venezia mi darà venia, se, correndo col pensiero a cercar tra' contemporanei qualcuno che somigliasse a que' suoi gloriosi figliuoli, mi sono imbattuto in un forestiere. Egli è uno che, vie più degno d'ammirazione, neppur nacque ricco o patrizio; anzi ne' primi anni d'adolescenza e di gioventù, gli toccò di combattere colle dure necessità della vita; ma, figliuolo anch'egli del mare, si sentì dentro in petto quel genio medesimo, ch'era, un tempo, delle nostre città litorane: singolare mescolanza di spiriti avventurosi, di acume mercantile, e di un intuito artistico meravigliosamente atto a trasformarsi, la mercè di una forte volontà, in soda dottrina.
Ho nominato Enrico Schliemann. Per che trama singolare di casi il giovanetto, acceso d'entusiasmo dalla lettura dell'Iliade, sia riuscito a contessere insieme i viaggi, il commercio, lo studio delle lingue e dei monumenti, e, propostosi di arrivare alla ricchezza, non come ad ultimo fine, ma come a necessario strumento per la sua intrapresa, vi sia vittoriosamente riuscito; con che tenace volontà abbia vinto un mondo d'ostacoli, e di un sogno d'innamorato abbia potuto fare una realtà sapiente; come gli scavi d'Hissarlik concedano a ognuno di collegare, con buon fondamento, secondo dice il Virchow, la descrizione esatta e fedele del vero coi personaggi eroici che vivono eterni nella nostra imaginazione: tutto codesto Voi potete trovarlo, Donne gentili, e con vostro grande diporto, nella magnifica opera che si può dire il più compiuto riassunto degli studii e delle scoperte dell'illustre Mecklemburghese: Ilios, comparsa nel 1881 in tedesco a Lipsia, e contemporaneamente in inglese a Londra e a Nova York, riprodotta poi nel 1885 presso Firmin-Didot a Parigi, col sotto-titolo: Ville et pays des Troyens.
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