Voi siate tanto cortesi da farmi buona la vecchia trovata del Sogno, che il Porta nel suo frizzante vernacolo ha bollata così spiritosamente:
In un secol che asquas tucc i poettaSe la caven coi sogn e coi vision,
Domà mi dovaroo stà a la stacchetta?
Sognatore ad occhi aperti, non mi sarà concesso di avere, almeno una volta su ventiquattro, sognato a occhi chiusi? Rimessa in Voi, Donne gentili, non ho paura della sentenza.
SERIE MODERNA
FRA GLUCK E ROBESPIERRE
FRA GLUCK E ROBESPIERRE
FRA GLUCK E ROBESPIERRE
(1791).
Ruvida un giorno, indomita progenie,
Che ancor tenea de le natìe foreste,
Sotto il gran rezzo di protesi ramiPiantava il campo.
E, qual governa de l'aguzza lanciaI suoi puledri pastor di Comarca,
Tal que' feroci, dall'antico scanno,
Re Faramondo.
Tristo il figliuol di beccajo che sceseVerso Parigi, col fatal suo giglio!
Il giglio altero a le procelle crebbe,
Crebbe a la falce.
Te non battaglie, non fulgor di trono,
Non ferreo giogo, non dorata assisa,
Ch'hanno i Baroni al regio carro avvinti,
Plebe, non hanno.
Fracide etère dominar la reggia,
Epe satolle il lagrimato paneVorar gioconde a' tuoi figliuoli ignudi,
Madre, vedesti.
Ma giorno venne che pugnaci sofiSpianaron franca al tuo livor la via:
Salisti fuori. Preparate inferie,
O Capetingi.
Arde la state. Sopraggrava il cieloLa mugghïante di sinistre voci
- Voci di belve ribellate al claustro -
Tumida Senna.
O mal, regina, male a l'Istro tolta,
Non tentar l'antro de l'orsa plebea!
Treman già, smunte nei palagi aviti,
Le gentildonne.
Due di gran sangue e di regal costume,
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