Lunge, più lunge, de l'Imperio all'imo,
Di mude orride in mudeTratto non fosse: e rivederlo mai
Chi poteva sperar? Vent'anni a guaiPria 'l cosacco fiagel l'avria percosso;
E del suo sangue rossoFatto, pe 'l reo Signor, Battra e Catai.
Che se trepida auroraIl vedesse campar da l'empie squadre,
Pe 'l fratello il fratel, pe 'l figlio il padreE tratto a perir fora
L'avo anch'esso alla funePer isteppe e per dune,
A esercito novel canuto fante,
Di membra, non di cor, scarso e tremante.
Un grida solo fu: «Polonia sorgi!
Donne, vecchi, fanciulli, infermi scorgiA vittoria od a morte:
Ch'ogni fine è men rea del crudo Norte.»
E Lidia accorre. E non pure i vassalli,
Ma quanti intorno per città e per valliSanno del suo maniero
Fido l'ospizio e fiero,
Bàlzano a furia sovra i suoi cavalli:
Ella Amazzone audace e pia sorellaA tutti avanti in sella,
Non di lieta gualdanaArmeggia capitana,
Sì di balda coorteParata ad ogni iniqua ultima sorte.
Nè l'iniqua mancò. Sottile agguatoDopo molte ne l'armi illustri prove,
Mentre per l'arduo moveDi scosceso burron ciglio scoverto,
Le è sopra; ed in un lampoA' cavalieri suoi chiuso lo scampo,
Nel gran baratro apertoCaccia i meglio ed i più per forza drento
Quell'impeto che ad un ne mena cento.
Felici i morti! Ella con pochi, ahi comeMal vivi, è prigioniera: eppur non dome
Dentro le zanne di cotal nemicoSpiega le altezze del lignaggio antico.
Ma virtude che val? Barbaro sgherroE, non soldato, chi del vinto il ferro
Tempra in catene. E sì gentil captivaPoco gli è catenar. Vuolsi che, avante,
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Imperio Battra Catai Norte Lidia Amazzone
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