Questo, di tutti, è ai figliIl meno incerto asilo;
Questo per mezzo a impervieProcelle ancora ha un filo
Pei cari che il smarrîr.
Deh serbi uguale a l'umileTuo casolar natìo
Stanza fidata e vigileSposo a te caro e pio
Il prossimo avvenir.
E qual sottesso il provvidoRaggio d'amico Sole
Vedi sgranchir le pavideMembra la implume prole
De la tua chioccia a' piè,
Tal, ma più cara e indocile,
A la tua gonna intornoDe' pipilanti frugoli
La nidïata un giornoSarà corona a te.
E quel che fido numeraVecchio orologio in fondo
Del rustico vestiboloOre al tuo cor giocondo
Nunzie d'ignoto ben,
Quello a' più tardi vesperiCome a l'età primiera
Ti scanderà gradevoliDe la vegnente sera
Le placid'ore in sen.
SUL FREDDO LASTRICO
SUL FREDDO LASTRICO
SUL FREDDO LASTRICO
Quando Europa in travaglioSente d'inopia i segni
E si crede al barbaglioChe ignoti le promette opimi Regni,
Te dei pinti Britanni
Stirpe superba, vedeInvidïando, i vanni
Batter sul mare, di Cartago erede.
«Bene de le procelleMutò l'afra costiera
Il nome in quel che dielleSperanza, a noi mendace, a te foriera:
«Chè non pur, data voltaVerso l'indica terra,
Tutta nel grembo accoltaHai la dovizia che Golconda serra:
«Ma, non sì tosto il segnoA le niliache arene
Pose un gagliardo ingegnoE di due mari in un fuse le vene,
«Che tu sopra gli fosti:
E, regina de l'oro,
Pria che la prora accostiAltri a la foce, a te salmeggia: Adoro.
«Poscia a l'africa sfingeVôlta per l'äer crasso,
L'uggiosa che la cingeNotte varcasti con securo passo:
«Ed ecco, ora le tendeDei laghi a la frescura
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Sole Europa Regni Britanni Cartago Golconda Adoro
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