Che spera un dì balir.
Ben qualche fiata volgereAl bersagliere il guardo,
Amica, non ti pèriti,
Che il tricolor stendardoIn ogni piaggia italica
Seppe onorato addur:
Ma alcun tosto riméditiChe anch'egli il suo moschetto
Brandir saprebbe, e impavidoDare il gagliardo petto
Del suo Päese a vindiceCome gli eroi che fûr.
Gli occhi, allora, nerissimiFiggi pensosa al suolo:
E se a baciarsi e a mescereCarezze, queto il volo,
Due colombe s'avvenganoAuspici al tuo destin,
«Così - sospiri - un prossimoGiorno, deh possa anch'io
Quetar l'ali girovaghe,
E accanto al dolce mioPistor d'Isonzo il trepido
Fianco posar alfin.»
DOVE PO IRROMPE
DOVE PO IRROMPE
DOVE PO IRROMPE
Padre Eridàno, chi dirà l'istoriaTua da le vette del natìo Monviso
A la marina ove trionfa Dante
Sul Re dei Goti,26
Quei, non di fiori coronato il capo,
Dirà le gioie de l'ausonia terra,
Ma coi Celesti e cogli umani eterneLe sue battaglie.
Non sa mortale quanta età volgestiEffrene in giro il gurgite selvaggio,
Continuo rive tramutando e gretiVergini d'orme.
Ma da la guerra de le tue correntiCon le seguaci, come piacque al Sole,
Di putrescenti alluvïoni immensaPianeggiò l'erta.
Come sul Delta al fecondante Nilo
Suonavan alti e a la regal Bubaste
Per lo gran corso di sette fiumaneCimbali ed inni,
Forse così da Trebbia salse al magnoGrembo de l'acque, e per l'ignoto flutto
Primiero il saggio divinante Etrusco
Scese al tuo Delta,
'Ve nel pispiglio dei tremuli pioppiGrecia gentile udito avea 'l sospiro
De le piangenti sul fratel sommersoFiglie d'Apollo.
Ma la gagliarda osca progenie il tuo
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