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      Da per tutto ove portarono la conquista, sotto un pretesto o sotto un altro, incontrarono una opposizione nazionale, l'opposizione delle memorie, delle abitudini e dei costumi. Solo dopo essere stati più volte schiacciati, dopo avere tentato indarno ribellioni, protestazioni, subbugli, i popoli tacquero, e tutto s'accomodò all'unità d'obbedienza, che dal XVI secolo in poi è il carattere della Monarchia francese.»
      Così lo scrittore imparzialissimo; solo che oggi non si può più dir: è, bisogna dir: era. Il grande ufficio della Monarchia in Francia fu veramente quello d'avere, senza badar troppo alla scelta dei mezzi, costrutta in di grosso, o per lo meno abbozzata, l'unità legale; spetta alla grande Rivoluzione la palma dell'avere compiuta e rifusa l'unità nazionale. Ma anche qui, a voler essere giusti, quanto non c'è egli da dibattere della ammirazione e del plauso, chi guardi ai mezzi! Quanto da consolarsi delle nostre lunghe vigilie, se pensiamo che a noi l'unità non venne tra fiumi di sangue cittadino, ma sgorgò pura e spontanea dal suffragio di tutti i cuori! A Voi, Donne gentili, a Voi sopra tutto, se anche educate a vivo e profondo amore di patria, non può non essere un gran travaglio, una grande spina, il trovare a ogni piè sospinto in queste istorie moderne di Francia il sagrifizio non volontario, l'immolazione degli innocenti. E quanti ce n'ebbero! Se poi in tutto sia stato irriprovevole Re Luigi XVI, se lo sia stata l'infelicissima Maria Antonietta, non è qui il luogo di pronunziare.


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L'odissea della donna
di Tullo Massarani
Editore Forzani Roma
1907 pagine 356

   





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