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      » Intanto gli spregiatori di vuota eloquenza mettevano le speranze nella abolizione della feudalità, nella divisione delle terre feudali, nella minorazione dei tributi, nel miglioramento delle amministrazioni e della giustizia; ma quali erano le novità quotidiane? «Mutamenti continui negli ordini dello Stato, odii acerbi, fazioni operose, romore di accuse, di calunnie, di lamenti.» Richiamato in Francia a scolparsi lo Championnet, troppo amico e non abbastanza proconsole, scendeva a parlar chiaro il Faypoult, e proclamava «patrimonio della Francia i beni della Corona, le reggie, le doti degli Ordini cavallereschi, i beni de' monasteri, i Banchi, i teatri, le anticaglie medesime ancora nascoste nel seno di Pompei e di Ercolano
      Le moltitudini, nulla intendendo agli ordini nuovi, nelle provincie intanto inferocivano. Uomini dell'ultima feccia, macchiati di turpi delitti, ma senza limiti all'audacia come senza freno alla crudeltà, capitaneggiando le plebi, sommovevano, travagliavano, riempivano di rovine e di sangue le terre occupate da repubblicani e da Francesi. Benedicevali la Chiesa, in persona d'uno de' suoi Principi; il Re, da lontano, s'intende, li salutava suoi luogotenenti ed amici. E Francesi e repubblicani insieme, dove la fortuna dell'armi li assistesse, pigliavano dei nemici, secondo legge di guerra, orrende vendette. Nemici veramente poteva chiamarli lo straniero; ma le città, ma le terre, dove una triste causa era difesa da' Borboniani con mirabile valore, dove le donne anch'esse combattevano a fianco de' mariti e de' fratelli, che erano esse mai per i nostri, se non miserabile teatro di guerra civile?


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L'odissea della donna
di Tullo Massarani
Editore Forzani Roma
1907 pagine 356

   





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