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      E non basti loro d'impararne la virtù del sagrifizio. Ne imparino (chè di questo è più mestieri alle anime bennate e forti), ne imparino a diffidare di chiunque si offra dal di fuori e si annunzii patrono, mentre già in cuor suo si estolle arbitro e signore; ne imparino a mettere, sì, la loro speranza nel diritto; ma insieme, la comune sicurtà nella spada.
     
      A FORTUNA DI MARE
     
      Allorchè, su un lembo qualunque di quelle stupende spiaggie del Mediterraneo, che fanno innamorare del nostro paese anche i più reprobi adepti dell'abaco, Voi assaporate, gentili Donne, il riposo pieno di sogni d'uno splendido meriggio, liete dell'ombra che vi accoglie, dell'aria viva che vi accarezza: allorchè, venutovi a noia il ronzìo dei fuchi eleganti che vi aliano intorno, cercate cogli occhi amorosi i vostri bei fanciulli rinvigoriti, abbronzati, ritemprati dall'onda marina, da cui escirono teste seminudi e grondanti come piccoli tritoni, per rincorrersi, non appena rasciutti, sull'arena che scotta, e portarvi il bacio delle loro labbra fresche vermiglie e gioconde come il corallo; v'accadde egli mai d'interrogare pensosamente quella grande stesa d'acqua, benefica insieme e formidabile, piena di vita e di misteri, di esseri fantastici e di ricordi gloriosi e tremendi, che ha visto gli uomini dell'età paleolitica, gli eroi d'Omero, le galee veneziane e genovesi, le fatali caravelle non nostre, guidate da Cristoforo Colombo? Vi diede ella mai da meditare quella azzurra marina, che vede oggidì le magnifiche nostre squadre, corazzate, turrite, rilucenti d'acciajo, drappellare i patrii colori, ma vede purtroppo anche torme di emigranti, accalcati su tristi e sdrusciti navigli, staccarsi dalla propria terra senza rimpianto, per muovere incontro all'ignoto, pressochè senza speranza?


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L'odissea della donna
di Tullo Massarani
Editore Forzani Roma
1907 pagine 356

   





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