Il mare, già soltanto a considerarlo sotto l'aspetto fisico, è il più grande e il più mirabile dei poemi. Mentre i versanti d'una catena di montagne determinano due climi, e due paesi diversi, le correnti di un medesimo bacino marittimo, per quanto ampio, ne assorellano le sponde: Mauritania e Spagna, Provenza e Algeria, Italia e Tunisia si rassomigliano. Il cumulo di vapori che sulla linea del Tropico atterriva un tempo il navigatore, è una zona provvidenziale che distribuisce e bilancia fra i due emisferi il beneficio delle acque. Dai vulcani dell'India e delle Antille, due correnti d'un intensissimo azzurro, che il Maury ha chiamate le vie lattee del mare, muovono verso i Poli, spargendo, quasi immense arterie, il calore, la elettricità e la vita sul loro passaggio, mentre i Poli versano in contraccambio correnti fredde a colmare i vuoti e ristabilire l'equilibrio. Dalla grande corrente orientale (la Kuro Sivo dei Giapponesi), giunta che è presso il suo vertice, divallano poi verso mezzodì nel Pacifico fiumane secondarie, cariche di molecole calcari, e dànno origine a quel mare di corallo, ampio, dice il Maury, come i quattro Continenti insieme presi, dove il lavoro incessante dei polipi genera migliaja d'isole, di scogli, di banchi, che saranno un giorno continenti nuovi e nuovi asili del genere umano. (Cfr. Maury, Physical Geography of the Sea and Meteorology, 19th edit., London, 1883; e, per dottrine più recenti, Boguslawski und Krimmel, Handbuch der Ozeanographie, Stuttgart, Engelhorn, 1884-1887).
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